Ruggero Savinio
2021

Contemplazione e azione

Per Lorenzo Modica

   
I due atteggiamenti etici che ci tengono da sempre rinchiusi in una contraddizione sono la vita attiva e la vita contemplativa.
    La cultura cristiana ha privilegiato la vita contemplativa. Ma anche la cultura greco-latina l’ha privilegiata. La scholè greca e l’otium latino indicano una vita libera soprattutto dall’attività politica, ma anche da attività organiche e dalle necessità della vita. Le due parole indicano quindi una condizione priva di affanno e preoccupazioni.
    La contemplazione cristiana, però, ha dovuto fare i conti con l’atteggiamento fattivo e politico.
    All’interno dell’attiva organizzazione della chiesa il santo, il mistico vive una vita di pura contemplazione, ma non rifiuta la contraddizione. Sta nella contraddizione indicando un luogo dove la contraddizione sia risolta in una conciliazione, assoluta e libera, col divino. È l’anarchia dei santi mistici, da San Francesco a Filippo Neri.
    Anche l’artista vive nella contraddizione volendo superarla in un assoluto. Vuole trovare il punto dove vita attiva e vita contemplativa possono coincidere.  Una vita assoluta, che non ha bisogno di opere per giustificare se stessa.
    Lorenzo vuole abolire l’opposizione fra pensare e fare.
    Nella sua intenzione scorgo, per restare sul terreno spirituale cui sia l’arte che la religione appartengono, un’eco del monito luterano a non anteporre l’opera, l’opus, alla fede. Sola fides.
    La fede di Lorenzo Modica è, letteralmente, fiducia che una conciliazione sia possibile. Altrimenti, perché continuare a produrre opere in una catena produttiva simile a quella che ha prodotto il mondo oggettivo e spettrale nel quale ci troviamo imprigionati? Questa caricatura.
    Adesso, nel momento virale che stiamo vivendo, vogliono riproporre questo mondo; riprodurre la caricatura.
    L’artista sa, o meglio, sente che un’uscita, almeno una fessura, è possibile.
    Anche se sa, come sa anche il pensiero mistico, che pensare è già fare, vuole che la fatticità del suo fare, l’opera prodotta dalle sue mani, sia segnata dalla cancellazione che testimonia di una mancanza e indica una conciliazione.
    Sono le “azioni sottrattive” di Lorenzo, le cancellazioni, le coperture, le raschiature, i velami che appartengono necessariamente alla vera pittura, presa fra l’affermazione immaginale di uno stato di cose e la sua cancellazione.
Ruggero Savinio
Roma, 5 gennaio 2021